In diversi casi i malviventi sono ricorsi anche alla violenza, minacciando le vittime con armi improprie o picchiando a mani nude i ragazzi che opponevano resistenza.
Soldi contanti, cellulari, I-pad ed orologi, gli oggetti preferiti da depredare.
A mettere fine alle scorribande di 5 persone, tutti minorenni, sono stati gli agenti del Commissariato Esposizione che, ha seguito delle denunce sporte dalle vittime, hanno immediatamente avviato le indagini e individuato i componenti di due diverse bande. C’è voluto un mese di indagini tra appostamenti e analisi di tutte le denunce presentate tra marzo e maggio, compresi i referti degli ospedali. Molte vittime avevano infatti subito delle selvagge aggressioni. Poi sono stati analizzati i filmati delle telecamere a circuito chiuso e richiesti i tabulati dei telefonini rubati, per capire a quali celle si agganciavano e dunque localizzarli. L’incrocio di tutte le risultanze ha portato alla chiusura delle indagini.
A seguito dell’emissione da parte dell’Autorità Giudiziaria, di altrettante misure cautelari, 4 persone sono state collocate in strutture per minori mentre il quinto è stato accompagnato presso il carcere minorile di Casal del Marmo dove è tutt’ora detenuto. Nelle abitazioni di Pomezia e Ladispoli è stata trovata la refurtiva.