Tutti e 3 i pontini sono stati infettati da sangue contaminato dal virus dell’epatite C. Il maxi risarcimento è andato ad un uomo di Cori di 83 anni che nel 1974, quando aveva solo 41, aveva ricevuto 3 trasfusioni presso l’Ospedale Civile “S. Maria Salute degli Infermi” di Cori; ad una ragazza di un paese pontino di 34 che all’eta di 3 anni è stata sottoposta a 16 trasfusioni presso Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma.
Non ha fatto in tempo invece ad incassare il risarcimento un uomo di Cisterna di Latina morto nel 2012 a 74 anni per una cirrosi epatica collegata all’epatite C che aveva scoperto di avere solo 4 anni prima. Nel 1985 era stato trasfuso con sangue infetto presso il Santa Maria Goretti di Latina. Il pagamento dei 3 pontini rappresenta solo la punta dell’iceberg dei centinaia di milioni di euro che lo stato deve ancora pagare ai danneggiati da sangue infetto che hanno sentenze di condanna contro il Ministero della Salute. Alcune decine di milioni di euro devono essere pagati a diversi pontini. Lo sblocco di questo primo pagamento a favore dei cittadini di Latina e provincia deve essere interpretato come il risultato di una più ampia ed intensa attività giudiziaria in tutta Italia.