Demolire il manufatto di Largo Brodolini per farci una rotatoria? Pare sia questo il progetto dell’amministrazione Fucci per riqualificare l’area in cui è situato il monumento ai Caduti del Mare, attualmente in semi abbandono. L’idea è comparsa sul profilo facebook istituzionale del sindaco di Pomezia. Entro il 30 giugno – scriveva Fucci un post – verrà «migliorata la sicurezza stradale di via Alcide De Gasperi tramite la realizzazione di una rotatoria con fontana a largo Brodolini». Ma qusta prospettiva non trova tutti d’accordo.
Alcuni cittadini, che non vedono di buon occhio la realizzazione di un’ennesima rotatoria, hanno proposto – all’inizio quasi per gioco – un progetto in cui si prevede non la demolizione, bensì la riqualificazione, del manufatto di largo Brodolini. Il «Primo esperimento di progetto condiviso in rete» ha raccolto in pochi giorni quasi 150 fan e si prepara a indire un’assemblea pubblica, con la partecipazione del Comitato di Quartiere Nuova Lavinium, in cui presentare il progetto alternativo a quello dell’amministrazione Fucci.
“‹”I cittadini, le associazioni e i comitati di quartiere firmatari della presente petizione – si legge nel testo della lettera che sarà inoltrata al Comune e ai giornalisti – disapprovando la scelta dell’attuale giunta comunale di Pomezia di demolire i manufatti di largo Brodolini e la mancata preventiva informazione e consultazione dei cittadini, sottopongono una serie di alternative per la piazza e per la destinazione dei soldi provenienti dal progetto PLUS”. Queste righe saranno oggetto di approvazione nel corso dell’assemblea di questa sera, dalle ore 21.00 presso la sede del Comitato di Quartiere Nuova Lavinium.
Una scelta “affrettata, improvvisata e superficiale”, quella della demolizione, almeno su tre piani: quello dell’eco sostenibilità, quello della sicurezza e della tranquillità in un’area dove sussiste una scuola superiore, e su quello urbanistico e valoriale. “Lo scarso rispetto dell’ambiente e la scarsa progettualità dell’attuale giunta – si legge ancora – sono a danno di uno dei luoghi pubblici in cui è ancora possibile intervenire”.
“‹Il progetto partecipato prevede, in particolare, la demolizione di una parte sola del manufatto e di “aprire” la struttura verso l’istituto Cavazza, in modo che sia più facilmente fruibile anche da parte degli studenti, sottraendola così alle attuali condizioni di degrado e abbandono.
Staremo a vedere quale futuro ci sarà per questo peculiare esperimento, che potremmo definire “di urbanistica collettiva”, e se l’amministrazione vorrà aprire al dialogo con questa nuova realtà di cittadini attivi, mettendo in discussione il proprio progetto originale.