La parola “pace” per il nostro paese è sempre stata importante: per quelli caduti nei campi di battaglia, uccisi nelle Fosse ardeatine, per la solidarietà sotto i bombardamenti e nel lottare contro la fame durante la guerra. Questa parola scorre nel nostro sangue e deve mettere le tende nel nostro cuore. È guerra l’assenza dei diritti fondamentali per l’uomo, la sopraffazione dell’uomo sull’uomo, lo sfruttamento dei paesi poveri, la sottomissione del mondo al dio denaro. Ciò, è la conseguenza di un’economia che non tiene presente la natura e la sua biodiversità, la vita e l’uomo, come beni primari essenziali da salvaguardare. Nutrire la pace vuol dire accudire la pace, renderla fresca e mai stantia, distribuita e mai nascosta o dimenticata, tramandandone la necessità di mantenerla alle nuove generazioni. Nutrirla con scelte e gesti concreti e quotidiani per farla crescere nelle persone, nel cuore dei giovani e del nostro paese.
Questa la sinossi dell’edizione 2015 della Tradizionale Infiorata, un’esplosione di fiori e di colori di oltre 2mila metri quadrati, che promuove e cura la bellezza e l’amore per la natura, che mescola alla fede religiosa aspetti genuinamente popolari e immediati: la fede popolare, l’impegno civile, il culto e il dialogo con l’ambiente e la natura, la tolleranza, il dialogo interculturale, la coralità, la solidarietà di chi si mette insieme a realizzare un’impresa comune, l’attaccamento alla tradizione, il folklore del territorio e del mondo, ma con uno sguardo rivolto ai cambiamenti in atto, mostrando quindi il vitale nesso tra la conservazione e l’innovazione, tra radici e futuro.