Da mettere in evidenza che mentre alla stazione Termini stanno diminuendo i rom “apriliani” in cerca di prede facili – il turista straniero con il portafogli bene in vista, ad esempio – non sono in diminuzione i rom che comunque la mattina partono col treno. Dove vanno? Pochi si avventurano a Roma: sono tutti colpiti da foglio di via e decine di denunce. Se dovessero essere beccati di nuovo, rischiano l’arresto. Un pericolo che non possono permettersi. Secondo i Carabinieri, questi rom si fermano in Comuni limitrofi, o ad Anzio e Nettuno, oppure ai castelli Romani. Roma, insomma, potrebbe essere solamente di “passaggio”. Le donne rom stanziate nei siti dismessi della zona industriale rimangono sempre più spesso ad Aprilia, andando a chiedere l’elemosina fuori dai supermercati. Come accertato da alcune denunce, spesso queste donne sono disposte anche a veloci prestazioni sessuali nel retro dei supermercati. Pochi euro per una palpatina, 10 euro per qualcosa di più. Ma non chiamatela prostituzione: le rom rifiutano questa etichetta e nel loro dna appartengono ad un solo uomo, per sempre.
Sono gli uomini a spostarsi verso altre città: secondo il loro modus operandi, così come ricostruito dalle Forze dell’Ordine, un rom non commette mai (o quasi) reati nel Comune dove vive. Una sorta di precauzione, semmai servisse.