Continua ad andare di moda dalle nostre parti il ricorso della finanza di progetto (project financing) per realizzare quelli che un tempo si chiamavano semplicemente lavori pubblici. Con questa tecnica finanziaria i privati ci mettono soldi e progetti (almeno in teoria) per poi guadagnarci con la gestione dell’opera stessa.
Una tecnica che ormai ha rivelato tutti i suoi limiti a livello nazionale ed internazionale e sulla quale sono scettici anche i costruttori, ma che da noi continua a produrre strani tipi di affari: tipo quelli fatti con la morte, in particolare con la gestione dei cimiteri. Strangolati da esigenze di bilancio, sempre di più i Comuni stanno affidando ai privati la realizzazione e la gestione dei servizi cimiteriali, dei progetti di ampliamento e la ristrutturazione dei cimiteri stessi. Progetti del genere sono stati proposti e/o approvati negli ultimi anni dalle amministrazioni comunali di Marino, Albano, Ardea, Aprilia e Terracina. A Velletri il progetto riguarda un crematorio civico da realizzare nell’ospedale.
Uno degli esempi più recenti di criticità di questo sistema che promette soldi freschi, lavori veloci e ben fatti e tante soluzioni a costi ragionevoli e nell’interesse di tutti, arriva da Frascati. Qualcuno ha cominciato a fare i conti sui lavori in corso per realizzare 2.350 nuovi loculi e li ha messi su Internet. I lavori di ampliamento dovevano essere finiti da un pezzo ed invece pare non sia stato consegnato e collaudato neanche il primo lotto. Già si sa comunque che tali loculi costeranno una cifra, per così dire “tombale”: in media 2.500 euro ciascuno. Quanto mai finiranno per costare agli utenti?
Qualche “lumino” arriva da Latina, dove, come già anticipato da anni da “Il Caffè” (vedi n. 171 e n. 232 ), c’è il caso forse più emblematico anche a livello nazionale: la spesa per una tumulazione è salita anche fino del 2.000% in più. Il project financing per la gestione del cimitero e la realizzazione dei nuovi loculi è stata avviata nel 2009, ora l’intero meccanismo sta esplodendo a causa di valutazioni erronee. Questi i fatti: quando i parenti si presentano all’obitorio per programmare l’inumazione di un caro estinto, spesso gli vengono richieste cifre spropositate rispetto alle proprie disponibilità economiche e per questo sempre più persone scelgono la strada della cremazione. Tale opzione costa assai meno dell’attuale tumulazione nel camposanto di Latina, con il “vantaggio” che poi le famiglie possono portarsi l’urna delle ceneri a casa e chi si è visto, si è visto. Questa scelta però sta mettendo sempre più in crisi i conti finanziari, già di per sé sballati, dell’intera operazione. Questo tipo di operazioni infatti si basano su “flussi di cassa”, ossia soldi freschi costanti a garanzia dei prestiti effettuati dalle banche, le quali, a loro volta, devono garantire i prodotti finanziari derivati (una sorta di assicurazione sulla solvibilità del creditore) che tengono in piedi il castello finanziario. Di conseguenza il socio privato al quale è stata affidata la gestione, viste le clausole inserite nel contratto di gestione, si è rivolto al Tribunale per costringere l’Amministrazione comunale a tirar fuori i soldi necessari a coprire tutti i costi (incluso quello finanziario). La cifra richiesta, 14 milioni di euro, da sola è in grado far saltare in aria le casse comunali e per questo motivo adesso si sono inventati la “tassa sui morti”. Migliaia di famiglie dovranno presto pagare un nuovo balzello annuale (circa 15 euro) per lasciare in pace i loro cari estinti. Chi non tira fuori i soldi si vedrà “liberare” il posto del morto a favore di qualcun altro, nella speranza che questi abbia i soldi pagarsi la tomba.
Opere in project financing strombazzate e mai fatte: flop mangiasoldi
ANZIO, PORTO ARENATO
“‹In attesa del raddoppio del porto di Anzio, quello esistente si è insabbiato e i pescherecci non possono entrarvi e uscirvi agevolmente. La Regione Lazio dice di aver assegnato i lavori per rimuovere 80mila metri cubi di sabbia, ma con le prossime mareggiate il problema tornerà, per via dell’erosione in corso, favorita dalle costruzioni, inclusi darsene, approdi e porticcioli vari. Un cane che si morde la coda.
PORTO LATINA, ANNUNCI DA MARINAI
Altro annuncio “sempreverde” per ogni tornata elettorale, proposto 10 anni fa dall’Amministrazione comunale di Latina: il porto a Foce Verde. Da quelle parti prendono tanti voti i fratelli Tiero, Raimondo ed Enrico. Il secondo, da poco Vicesindaco e Assessore “alla Marina”, ha promesso che presto il porto sarà fatto per sua iniziativa. Ha scatenato le ire del primo fautore dell’opera: l’ex Sindaco Vincenzo Zaccheo. Mentre la zuffa impazza, nessuno s’accorge che l’unica struttura su cui era ipotizzabile un simile intervento, il pontile della vecchia centrale nucleare, è stato abbattuto.
ROMA – LATINA, SOGNO INFINITO
La mitica autostrada Roma–Latina al posto della Pontina è ora arrivata alla fase della presentazione delle offerte, ma l’assegnazione dei lavori e l’eventuale apertura dei cantieri è ancora lontana. Risulta finanziata solo una minima parte dell’intero costo dell’opera. Nel frattempo buche, sconnessioni e pericolosità della Pontina restano irrisolti. Anzi peggiorano.
METRO – BUFALA
Icona delle bufale a caro prezzo in project financing è la cosiddetta Metro leggera. Un tram tra Latina Scalo e Latina centro da 126 milioni di euro, che ha foraggiato molti consulenti ed inorridito il Ministero delle Infrastrutture e la Commissione di alta vigilanza. Ora in Comune dicono che è meglio costruire quell’opera inutile, incompatibile e super-costosa perché altrimenti bisogna pagare pesantissime penali ai privati che l’hanno proposta. Da una parte o dall’altra sempre i cittadini-utenti ci debbono rimettere. E se qualcuno citasse in giudizio amministratori e tecnici che permettono certe inqualificabili avventure in danno della collettività?