Sono trascorsi oltre quattro anni dall’attentato compiuto da tre uomini all’interno della discoteca “Vox Maris”, a Ciampino, in via Folgarella, da quella notte del 18 febbraio 2011 quando nel locale notturno si sfiorò la strage, con colpi di pistola sparati ad altezza d’uomo e due feriti, e ora le condanne per i due albanesi individuati dai carabinieri sono definitive. Dietro quei colpi esplosi all’interno della pista da ballo c’era una faida tra due bande di albanesi appunto, una capeggiata da Bledar Troja e l’altra da Luka Fatmir, detto “Il Cinese”. Si trattava di uomini soliti frequentare discoteche e night, violenti, che per gli inquirenti lottavano al fine di controllare il mercato della prostituzione anche nei Castelli Romani e che avevano ingaggiato tra loro una vera e propria guerra per una donna, una romena di 20 anni, contesa dai due capi perché capace di guadagnare fino a 30 mila euro al mese. Già un anno prima c’era stata una sparatoria nel locale romano “Paradise” e poi Luka era stato picchiato al “California”, sempre a Roma. Quella notte del 2011 i tre si sarebbero presentati al “Vox Maris” proprio per uccidere “Il Cinese”, ma per errore feriti rimasero l’albanese Milto Gega, colpito a un gluteo, e il romeno Nicolae Ciprian Buteanu, ferito di striscio. I carabinieri, in base alle testimonianze raccolte e alle riprese delle telecamere interne di sorveglianza del locale, hanno individuato soltanto due dei tre autori dell’agguato: Bledar Troja e Roland Maskaj. Inquadrato quanto avvenuto a Ciampino come un tentativo plurimo di omicidio, Troja, capo della banda, è stato condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione, e Maskaj a 6 anni e 8 mesi. Condanne ora definitive, visto che la Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dai due imputati, contribuendo indirettamente a scrivere un capitolo sugli affari criminali nell’area dei Castelli Romani.
16/03/2015